Pagina:Pisacane - Saggio sulla rivoluzione.djvu/100

Da Wikisource.

— 84 —

tempo stesso; son miracoli questi che fanno le monarchie? Sperasi forse nell’esaltazione universale? Essa, senza dubbio alcuno, è arma terribile contro il nemico; spiana nell’interno ogni ostacolo, tien luogo di leggi e di magistratura; ma potrà un principe valersene senza temere di rivolgerne in sè medesimo le punte?

I liberi e popolari oratori che suscitano le passioni, le promesse e le speranze d’un miglior avvenire, schiusa la via a brillanti e rapide carriere, il magico nome di libertà che agita gli animi e li sospinge in cerca di moto e d’azione, l’amore che tutti sentono per la cosa pubblica, perchè a tutti è dato liberamente parlare, farà correre a torme gli uomini alle bandiere, ed entreranno nel pubblico tesoro le sostanze de’ privati. Ma potrà un principe avvalersi di questi mezzi? ordinerà invano ai suoi agenti di far suonare le parole di patria e libertà; il suono sarà fioco, il senso oscuro nella bocca di un cortigiano; mentre con le lodi della magnanimità del principe formeranno una discorde mistura. Gli uomini che fra l’universale esaltazione corrono alla pugna non possono che esser prodi; come sfuggire, se codardi, alla pubblica esecrazione? La libertà, facendo d’ogni cittadino un censore del governo, ne forma eziandio un sostegno. È cosa notissima come erano onorati presso le antiche repubbliche que’ cittadini che si facevano a scoprire e rivelare le trame dannose allo Stato e fra i moderni stessi, non appena viene adottato il reggimento a popolo, ogni cittadino non dubita farsi il persecutore de’ contumaci, opera vilissima in una monarchia. La repubblica non escludendo nessuno dal sindacato, ogni cittadino avendo il diritto di censurare la condotta del generale, non esiterà denunziare il soldato a qualunque ufficiale, e la stampa la libera parola ne’ circoli e nelle piazze, offriranno il modo onde farlo dignitosamente ed eziandio