Pagina:Pisacane - Saggio sulla rivoluzione.djvu/276

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Dall’opera: La guerra combattuta in

Italia negli anni 1848-49.



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Il progresso mira ad agguagliare tutte le classi, ed a proclamare la sovranità del diritto. Le rivoluzioni segnano i punti trigonometrici sul vasto campo delle umane vicende.

La tirannide opprime i popoli e beata si gode le sue usurpazioni, finchè il progresso lento ma continuo delle idee comincia a richiamare l’attenzione di quelli sul peso delle proprie catene; e siccome sono sempre ribadite dalla menzogna, lo spirito umano si attiene alla prima idea o credenza che ricalcitri alla causa del dispotismo, poco curandosi di esaminarla. Un nuovo errore distrugge l’antico, e su di esso si eleva nuova tirannide, destinata a percorrere il medesimo ciclo. In tal modo avendo per assintoto il vero, la cicloide del progresso continua il suo corso.

Gli schiavi furono francati dalla formola della fratellanza evangelica, lo stato misero, l’ignoranza in cui vivevano, fece loro accettare tutte le cose predicate da uomini, i quali o videro la necessità d’ingannarli per loro salvezza, o erano essi medesimi illusi. Ma educate le masse a credere e non ragionare, gli scaltri tosto le padroneggiarono, ed alleandosi con la forza, il cattolicismo, il privilegio, ed il trono formarono la nuova tirannia sostenuta dall’arma medesima che aveva abbattuta l’antica: la fede.

Lutero cominciò a scrollare il nuovo edifizio, sostituendo all’autorità il libero esame; i filosofi del secolo decimot-