Pagina:Pisacane - Saggio sulla rivoluzione.djvu/85

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condizioni. Al termine poi di questo ciclo sociale percorso da tutti i popoli del mondo, si è accennato ad una legge di fraternità ed eguaglianza, quasi sintesi dell’idea sociale: vi accennarono le dottrine di Zoroastro e di Confucio, vi accennò Platone, vi accennò il cristianesimo, vi aspirano più recisamente i moderni. Quei popoli decaddero, nè poterono raggiungere questo nuovo stato: noi, raggiungendolo, varcheremo un punto che nessun popolo ha varcato, quindi niuna delle istituzioni passate o presenti ci può esser norma ad indovinare le future. L’irreligione sarà nuova, come è nuovo il socialismo.

Daremo fine a questo capitolo richiamando l’attenzione del lettore su di un fatto da cui moltissimi sono tratti in un grossolano errore.

Quelle aspirazioni alla fratellanza, che abbiamo scorto in tutte le società che cominciavano a dissolversi, la comunità de’ beni predicata nel vangelo, ha lasciato credere quasi a tutti che quelle antiche idee fossero i rudimenti del moderno socialismo: ma quest’aspirazione ad un migliore avvenire che sentiva un popolo avvilito, un popolo in cui era spenta ogni energia, era conseguenza delle condizioni di quella società, che doveva o progredire o decadere. Ma essa non fu che una semplice aspirazione; le massime che prevalsero furono quelle dell’umiltà, dell’indifferenza alle cose terrene de’ cristiani, effetto di loro degradazione e causa che ne accelerò la caduta; una tale aspirazione fu il crepuscolo d’un tramonto, o piuttosto fu l’alba di nuovo giorno.

L’avvenire immaginato da’ cristiani in tale aspirazione sarebbe stato la trasformazione del mondo in un convento. Il fanatismo condusse que’ popoli al martirio, ma non potette elevarli alla battaglia. Per contro fra