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100 CANTI POPOLARI


scirò a mettere in mostra, per via di esempi, gli argomenti che può apprestare l’elemento storico de’ canti, tanto chiaro e spiccato, quanto evidenti e notori sono i fatti a’ quali fa allusione.

Dei canti tradizionali che si riferiscono a fatti, a nomi, a credenze, a costumi, altri sono contemporanei dell’avvenimento, o del personaggio che celebrano e pel quale nacquero, altri posteriori tanto da potersi dire semplici reminiscenze invece che storia nel vero significato della parola. Negli uni meglio che nelle altre la storia subisce profonde alterazioni per voli fantastici del poeta, perchè non v’è canto senza una ragione, e il fatto, quale è percepito ed appreso dai popolo, viene cantato in quella che ad esso pare realtà. Può avvenire che la storia riesca un po’ indeterminata o che si tramandi senza riflessione al tanto o al quanto di ciò che esprime; ma che il tempo presente e la buona fede sieno due qualità per cui il canto popolare può spesso ritenersi come documento (relativamente parlando) del tempo, è cosa della quale non è luogo a dubitare.

Spero che si veda chiara, com’io la vedo, questa distinzione, senza la quale sarà quasi impossibile di comprendere certe canzoni, che il popolo pensatamente compose o adottò da persone che seppero comprenderlo, ed ora meccanicamente ripete, vuoi perchè dimenticata la ragione che le fece nascere, vuoi perchè passata l’opportunità che le rendeva intelligibili. Così là dove l’amante domanda alla amata:

— Vurria sapiri unn’ abbiti lu ’nvernu
Pri stari frisculidda ’ntra la stati?