Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
STUDIO CRITICO SUI CANTI POPOLARI | 151 |
che gli uni, i così detti Gghè-gghè1 s’intendono bene tra di loro e, intendendo anche gli altri, perchè bilingui, non ne sono mai intesi. Ed un altro canto vi è pure, che accenna a fatti, a detti, ad abitudini, a condizioni, che bisognerebbe ricercare e studiare, perchè parte essenziale di storia.
Lasciando questi ricordi, ho da segnalarne uno dell’elefante (in un canto di Martano), che in nessuna nostra canzone ho trovato mai, sebbene comunissimo nell’uso; uno del tiro a segno delle colonie greche; un altro di uso nuziale, per cui nella soscrizione de’ capitoli matrimoniali lo amante forse riceve qualche dono dall’amata: e da ultimo l'addiettivo di negro dato alla morte.
Tra’ canti bambineschi ne hai graziosi per concetti infantili, vaghi sì e inderminati, ma candidi e fragranti; qualche raffronto tra essi e i canti de’ fanciulli di Sicilia non sarebbe senza curiosità per chi legge2. Io passo a parlar rapidamente de’ canti popolari delle varie province d’Italia secondo le raccolte che potei averne a mano.