Pagina:Pitrè - Canti popolari siciliani I, 1891.djvu/196

Da Wikisource.
170 CANTI POPOLARI


descrizioni e schietta dipintura delle naturali bellezze: carattere distintivo, l’allegria. Quartettas, sexta cantada, octava serrada o torrada, noina, deghina, doighina, octava lira, muta, sinfonia, strofe da quattro a dodici versi: ecco i vari metri di Sardegna, de’ quali un saggio di mutettos, specie di muttetti. di Sicilia, è questo:

  Oh pena dolorosa
De custu coro afflittu!
Senza fagher delittu
  Est piaghende1.

Documenti di storia, di costumi, di lingua, i canti corsi trattano di banditi e della lor vita piena di baldanzosa diffidenza e di gloria procellosa, di spavento nelle speranze, di odio negli amori, di angoscia nelle gioie. L’esilio, il carcere, la morte, fine di tal vita, sonvi cantati del pari che i tradimenti indegni, le vendette atroci, ragionevoli talvolta, i furti, gli scrocchi, i ripeschi di donne, gli omicidi, le taglie. Dalla foresta e dai monti passa il bandito nel carcere, e con lui il canto che descrive la sua cattura e tutti coloro che lo accusarono, lo presero, lo condannarono al purgatorio che egli soffre. Della uccisione di qualche parente o a-

  1. Che in Sardegna esistano de’ rispetti, deve ritenersi per indubitato: e lo Spano afferma che ce ne sono, e che li avrebbe già riportati se il popolo non amasse meglio le canzoni lunghe per cantarle ne’ balli e nelle brigate (Lettera de’ 10 del 1869). Ora, siccome il rispetto è la vera e principal forma della poesia prettamente popolare d’Italia, così deve ritenersi che tal poesia rimanga del tutto inesplorata in Sardegna, sopraffatta forse da’ componimenti semiletterarî popolari, che i Sardi qualificano per Canzoni.