Vai al contenuto

Pagina:Poe - Eureka, 1902.djvu/33

Da Wikisource.

eureka 33

inversamente come i quadrati delle distanze fra l’atomo attraente e l’atomo attratto. Qui, veramente, un torrente di suggestioni sgorga dalla mente.

Ma vediamo distintamente che cosa fu che provò Newton — secondo la definizione grossolana e irrazionale della prova che è prescritta dalle scuole metafisiche. Egli fu costretto ad accontentarsi di dimostrare che i movimenti di un Universo imaginario composto di atomi attraenti e di atomi attratti obbedienti alla legge che egli annunciò, coincidono perfettamente con quelli dell’Universo realmente esistente per quanto esso cade sotto la nostra osservazione. Questo fu il frutto della sua dimostrazione — cioè questo fu il suo risultato secondo il convenzionale gergo delle «filosofie». I successi di questa dimostrazione aggiunsero prove su prove — prove quali ogni sano intelletto ammette — ma la dimostrazione della legge stessa, insistono i metafisici, non fu mai menomamente confermata. Tuttavia, fu finalmente concessa una «prova oculare e fisica» dell’attrazione, qui sulla nostra Terra, in accordo colla teoria di Newton, a grande soddisfazione di alcuni rettili intellettuali. Questa prova sorse indirettamente e incidentalmente (come press’a poco sorgono tutte le verità più importanti) da un tentativo per accertare la densità media della Terra. Nei famosi esperimenti di Maskelyne, Cavendish e Bailly l’attrazione della massa di una montagna fu vista, sentita, misurata e trovata matematicamente d’accordo colla immortale teoria dell’astronomo Inglese.

Ma ad onta di questa confermazione, che non era necessaria — ad onta della così detta corroborazione della «teoria», fatta per mezzo della cosi detta «prova oculare e fisica» — ad onta del carattere di questa corroborazione — le idee che anche dei veri filosofi non possono fare a meno di accettare — e specialmente le idee, che uomini comuni comprendono e felicemente sostengono, si vede che derivarono per la maggior parte da una considerazione del principio tale quale essi lo trovano sviluppato — semplicemente nel pianeta sul quale essi vivono.

Ora, a che cosa tende una tale considerazione parziale — a qual specie di errore dà essa origine? Sulla terra noi Vediamo e sentiamo solamente che la gravità spinge tutti i corpi verso il centro della Terra. Nessun uomo nel comune corso della vita potè far a meno di vedere o sentire diversamente — potè fare a meno di percepire che in ogni cosa, in ogni luogo vi è una perpetua tendenza gravitante nella direzione del centro della Terra; pure (salvo una eccezione che verrà specificata più innanzi) è un fatto che ogni cosa terrestre (per non parlare ancora di cose celesti) ha una tendenza, non solo al centro della Terra, ma anche oltre verso tutte le direzioni possibili.