Pagina:Poe - Eureka, 1902.djvu/51

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EUREKA 5i è affatto irrolativa — clic non solo non presenta alla mente nessuna evidenza di rapporto maggiore o minore, ma assoggetta inoltre l’intelletto, e non poco, alla necessità di non vederne alcuno. Se una tale idea non è ciò che noi chiamiamo troppo leggermente « un assioma », essa è preferibile almeno, come base Logica, a qualunque assioma fino ad ora proposto o a tutti gli assiomi imaginabili riuniti; e tale è precisamente l’idea colla quale comincia il mio processo deduttivo, così perfettamente corroborato dall’induzione. La mia parlicella propria non è che VIrrelazione assoluta. Per riassumere ciò che è stato detto: — Ho considerato, semplicemente, come certo questo punto di partenza, che il Principio non aveva niente dietro di sè o avanti a sè— che era realmente un principio— che era un principio e niente altro che un principio — in poche parole, che questo Principio era — ciò che era. Se questa è una « mera supposizione », allora lasciamo che sia tale. Per concludere su questa parte dell’argomento: — Io sono pienamente autorizzato ad annunciare che la legge che noi abbiamo preso l'abitudine di chiamare legge di Gravità esiste in quanto che la Materia è stala irradiata « alotn- camenie », alla sua origine, entro mia limitala (1) sfera~di Spazio, da un’unica Parlicella Propria, individuale, incondizionata, irrelativa e assoluta, per mezzo dell' unico processo in cui era possibile di soddisfare allo stesso tempo alle due condizioni generalmente uguali dell'irradiazione e della distribuzione in ogni punto della sfera — cioè, per mezzo di una forza che varia in proporzione diretta ai quadrali delle distanze rispettivamente fra gli atomi irradiati ed il centro particolare d’ Irradiazione. Io ho già detto le ragioni che ho per presumere che la Materia sia stata diffusa per mezzo di una forza determinata, più tosto che per mezzo di una forza continua o infinitamente continuata. Supponendo, in primo luogo, una forza continua, noi non potremmo affatto capire una reazione; e saremmo obbligati, in secondo luogo, di accettare l'impossibile concezione di un’estensione infinita della Materia. Per non insistere sull’impossibilità di questa concezione, diciamo che l’estensione infinita della Materia è una idea che, se non è positivamente confutata, non e per Io meno in nessun modo garantita dalle osservazioni telescopiche delle stelle — punto che si dovrà spiegare più innanzi e più ampiamente; e questa ragione empirica per farci credere al limite della Materia è scientificamente confermata. Per esempio: Ammettendo, per il momento, la (i) " Sfera limitata. „ Una sfera è necessariamente limitata. Ma preferisco la tautologia al pericolo di un equivoco.