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ai lettori 7


Che resterebbe nella scienza medesima se tu rimovessi ogni ipotesi?

D’altronde l’opera stessa del Poe è una storia documentata della creazione geniale. Ed è forse per questo che la portata di alcune ipotesi più felici, che ora pajono sì lontane dalla vera scienza, sarà riconosciuta molto più grande ed efficace di quel che ora si crede.

Qui si trovano i documenti più certi dell’ideale metafisico umano risvegliato nei brevi mattini della sua giovinezza.

Gli ammaestramenti scientifici si ricavano a piene mani. L’autore insiste continuamente sul fatto che le presenti leggi che regolano il mondo non sono altro che semplici ipotesi che noi trasferiamo nelle cose. Per quest’idea noi impariamo dal Poe il culto incondizionato della libertà del pensiero, non come una petulante fatuità filosofica, ma come un criterio di ricerca e di vera conquista scientifica.

Ciò che qua e là si riscontra intorno al problema del ragionamento umano, intorno al diritto analogico e alla teoria degli assiomi, potrebbe, raccolto e ordinato convenientemente, formare un interessantissimo saggio sopra l’evoluzione della logica.

Finiamo questi brevissimi cenni con un’avvertenza.

Per quanto Edgardo Poe ami far sue le parole di Kepler: «Non mi curo che la mia opera sia letta ora o dalla posterità. Posso avere il coraggio di aspettare per un secolo i lettori, quando Dio stesso ha aspettato mille anni un osservatore», questo poema cosmogonico è senza dubbio un lavoro di occasione — e per queste opere tutti vorranno ammettere che vi è un clima ideale che le genera ed un clima che le uccide.

Ora, date le virtù che racchiude tutta l,a mirabile opera del Poe, e date le condizioni della coltura contemporanei nostra, è lecito conchiudere che il giorno in cui tutta l’Italia conoscerà degnamente tutto il pensiero del grande poeta americano, Eureka troverà in Italia una seconda patria.

Maria Pastore Mucchi.