Pagina:Poemetti allegorico-didattici del secolo XIII, 1941 – BEIC 1894103.djvu/17

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il tesoretto 11

né per altra paura;
ma lingua né scrittura
non seria soficente
     270a dir conpiutamente
le bellezze ch’avea,
né quant’ella potea
in aria e in terra e in mare,
e ’n fare e in disfare,
     275e ’n generar di nuovo
o di concetto o d’ovo
o d’altra incomincianza,
ciascuna a sua sembianza.
E vidi in sua fattura,
     280che ogne creatura
ch’avea cominciamento,
venia a finimento.

IV

Ma poi ch’ella mi vide,
la sua cera che ride
     285in vêr di me sí volse,
e poi a sé m’acolse
molto bonaremente,
e disse immantenente:
«Io sono la Natura,
     290e sono una fattura
delo sovran fattore;
egli è mio creatore;
io fui da lui creata,
e fui incominciata;
     295ma la sua gran possanza
fue sanza comincianza:
el non fina né more,
ma tutto mio labore,