per mostrar ben lo ver de la quistione,
che sol si combattea per dirittezze.
La notte fece la divisione,
lasciaro il campo pien di gran’ ricchezze;
entrâr ne le lor tende gli avversari,
la notte fuoro in sí gran’ ’maginari,
sempre menar le braccia in lor fierezze.
Cesar v’è, ch’arder li corpi non volle, 188
né lasciò dare a’ morti sepoltura;
il ciel li pur coperse ov’e’ non volle,
onde Lucan ne disse versi allora;
portávanne i brandon’ per monti e colle
i corbi e le cornacchie e’ lupi ancora;
la terra e ’l mare e la schium’era rossa.
i monti si n’empier di vembri e d’ossa,
le fiere si pascean d’ogni bruttura.
Cornilla v’è dipinta propiamente, 189
come piagnea la notte il su’ signore;
credealo avere in sue braccia sovente,
poi si svegliava e moría di dolore;
come ’n proda del letto era piangente,
lasciando l’altro, per segno d’amore;
il dí salia su la rocca a vedere
se ’nsegne o legni vedesse venire,
e ’l cuor le battea forte de timore.
Pompeio giugnendo a la riva, giú corse, 190
e la gente le fece compagnia;
quand’ella ’l vide al certo e fuor del forse,
in tra le braccia il prese e tramortía;
con pietose parole assai l’accolse,
sí che la gente piagnea che l’udía;
tutti con lei maladicean Fortuna.
Que’, ch’a nulla speranza s’abbandona,
si mise in mar per trovar altra via.