Pagina:Poemetti allegorico-didattici del secolo XIII, 1941 – BEIC 1894103.djvu/249

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il fiore 243

XXIV

Vergogna.

     Vergogna contra terra il capo china,
che ben s’avvide ch’ella avea fallato;
e d’un gran velo il viso avea velato;
4e sí disse a Paura sua cugina:
«Paura, no’ siam messe nell’aina
di Gelosia, e ciò ci ha procacciato
lo Schifo, perch’egli ha corteseggiato
8al bel valletto ch’i’ vid’ier mattina.
     Or andiam tosto e troviam quel villano,
e gli direm come fia mal balito,
11se Gelosia gli mette addosso mano;
ch’egli ha ’n ben guardar troppo fallito,
che sí de’ esser a ciascuno strano,
14e ’l diavol sí l’ha ora incortesito».

XXV

Vergogna e Paura.

     Per lo Schifo trovar ciascun’ andava
per dirli del misfatto molto male;
e que’ s’avea fatto un capezzale
4d’un fascio d’erba e si sonniferava.
Vergogna fortemente lo sgridava;
Paura d’altra parte sí l’assale,
dicendo: «Schifo, ben poco ti cale
8che Gelosia sí forte ne grava!
     E ciò ci avvien per te, quest’è palese,
quando tu per la tua mala ventura
11tu vuogli intender or d’esser cortese.
Ben sa’ ch’e’ non ti move di natura!
Con ciaschedun de’ star a le difese,
14per ben guardar questa nostra chiusura».