Pagina:Poemetti allegorico-didattici del secolo XIII, 1941 – BEIC 1894103.djvu/315

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il fiore 309

CLVI

La Vecchia.

     «Figliuola mia, chi vuol gioir d’Amore
convien che sappia i suo’ comandamenti.
Ver è ched e’ ve n’ha due dispiacenti:
4chi se ne ’inbriga, sí fa gran follore.
L’un dice che ’n un sol luogo il tu’ cuore
tu metta, sanza farne partimenti;
l’altro vuol che sie largo in far presenti:
8chi di ciò ’l crede, falleria ancore.
     In nulla guisa, figlia, vo’ sia larga,
né che ’l tu’ cuor tu metti in un sol loco;
11ma, se mi credi, in piú luoghi lo larga.
Se dai presenti, fa che vaglian poco;
che s’e’ ti dona Lucca, dagli Barga.
14Cosí sarai tuttor donna del giuoco.»

CLVII

La Vecchia.

     «Donar di femina sí è gran follia,
sed e’ non s’è un poco a genti attrare
lá dov’ella si creda su’ pro fare,
4e che ’l su’ don raddoppiato le sia.
Quella non tengh’i’ giá per villania;
ben ti consento quel cotal donare,
ché tu non vi puo’ se non guadagnare;
8gran senn’è a far tal mercatantia.
     Agli uomini lasciam far la larghezza,
ché natura la ci ha, pezz’è, vietata.
11Dunque a femina farla si è sempiezza;
avvegna che ciascun’è sí affetata
che volontier di lei fanno stranezza,
14sed e’ non s’è alcuna disperata!»