Pagina:Poemetti allegorico-didattici del secolo XIII, 1941 – BEIC 1894103.djvu/317

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il fiore 311

CLX

La Vecchia.

     «E quando sol a sol con lui sarai,
sí fa che tu gli facci saramenti
che tu per suo danar non ti consenti,
4ma sol per grande amor che tu in lui hai.
Se fosser mille, a ciascun lo dirai,
e sí ’l te crederanno que’ dolenti;
e saccie far sí che ciascuno addenti
8insin ch’a povertá gli metterai.
     Che tu se’ tutta loro de’ giurare.
Se ti spergiuri, non vi metter piato,
11che Dio non se ne fa se non ghignare;
ché sie certana che non è peccato
chi si spergiura, per voler pelare
14colui che fie di te cosí ingannato.»

CLXI

La Vecchia.

     «A gran pena può femina venire
a buon capo di questa gente rea.
Dido non potte ritenere Enea,
4ched e’ non si volesse pur fuggire,
che mise tanta pena in lui servire.
Or che fece Gesona de Medea?
Che, per gl’incantamenti che sapea,
8ella ’l seppe di morte guarentire,
     e poi sí la lasciò, quel disleale!
Ond’è ched i figliuo’, ched ella avea
11di lui, gli mise a morte, e fece male;
ma era tanto il ben ch’ella volea,
ch’ella lasciò tutta pietá carnale
14per crucciar que’ che tanto le piacea.»