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Pagina:Poemetti allegorico-didattici del secolo XIII, 1941 – BEIC 1894103.djvu/336

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330 poemetti allegorico-didascalici

CXCVIII

L’Amante e la Vecchia.

     Allor sí fecer fine al parlamento.
La Vecchia se ne venne al mi’ ostello,
e disse. «Avrò io sorcotto e mantello,
4sed i’ t’apporto alcun buon argomento,
che ti trarrá di questo tuo tormento?»
I’ dissi: «Sí, d’un verde fino e bello;
ma, sí sacciate, non fia san pennello
8di grigio, con ogni altro guernimento».
     D’Amico mi sovvenne, che mi disse
ched i’ facesse larga promessione,
11ma ’l piú ch’i’ posso, il pagar sofferisse;
avvegna ch’í’ avea ferma ’ntenzione
de dar ben a coste’, s’ella m’aprisse,
14che quell’uscisse fuor della pregione.

CXCIX

La Vecchia.

     La Vecchia disse allor: «Amico mio,
queste son le novelle ch’i’ t’apporto:
Bellaccoglienza salute e conforto
4te manda, se m’aiuti l’alto Dio;
sí ch’i’ ti dico ben ched i’ cred’io,
che la tua nave arriverá a tal porto,
che tu sí coglierai il fior dell’orto».
8Questo motto fu quel che mi guerio.
     — «Or te dirò, amico, che farai:
all’uscio, ch’apre verso del giardino,
11ben chetamente tu te ne verrai;
ed i’ sí me ne vo ’l dritto cammino,
e sí farò ch’aperto il troverai,
14sí che tu avrai il fior in tuo dimino.»

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