Pagina:Poemetti allegorico-didattici del secolo XIII, 1941 – BEIC 1894103.djvu/41

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il tesoretto 35

si move e fa ritorno
in questo mar pisano
ov’è ’l mar ociano.
E io che mi sforzava
     1100di ciò che io mirava
saver lo certo stato,
tanto andai d’ogne lato,
ch’io vidi apertamente
davanti al mio vedente
     1105di ciascuno animale
e lo bene e lo male,
e la lor condizione,
e la ’ngenerazione,
e lo lor nascimento,
     1110e lo cominciamento,
e tutta loro usanza,
la vista, e la sembianza.
Ond’io agio talento
nello mio parlamento
     1115ritrare ciò ch’io vidi;
non dico ch’io m’afidi
di contarlo per rima
dal piè fin ala cima,
ma ’n bel volgare e puro,
     1120tal che non sia oscuro,
vi dicerò per prosa
quasi tutta la cosa
qua ’nanzi dala fine,
perché paia piú fine.

XII

     1125Da poi ch’ala natura
parve che fosse l’ora
del mio dispartimento,
con gaio parlamento