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Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/111

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LA NINFA TIBERINA

POEMETTO PASTORALE

DI

FRANCESCO MARIA MOLZA

MODENESE.


     La bella Ninfa mia, che al Tebro infiora
Col piè le sponde, e co’ begli occhi affrena
Rapido corso, allor che discolora
Le piagge il ghiaccio, con sì dolce pena
A seguir le orme sue m’innamora,
Ch’io piango, e rido: e non lo scorgo appena,
Ch’io scopro in lei mille vaghezze ascose,
E dentro a l’alma un bel giardin di rose.

     E se non che acerbetta mi si mostra,
E troppo incontr’amor aspra, e fugace;
Dietro il bel piede, che le ripe innostra,
Avrebbe l’alma interamente pace:
E fuor in tutto d’ogni usanza nostra
Sormonteria, dov’or languendo giace:
Ma sempre insieme mi si scopre, e fugge,
Ed invisibilmente mi distrugge.