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Ligia ti festi, e al di lui scettro indarno
Giurasti fè, che l’implorata aita
Perchè troppo lontana a’ tuoi bisogni
Giunse mai sempre o inadecquata o tarda
Ma più perchè in Adamante eterno
Scritto era in ciel, che da’ Sabaudi Eroi
Pender dovesse il tuo miglior destino.
Ed oh! quai non senti benigni influssi
Chieri pioversi in sen tosto che il ciglio
Da sì lunga stagion, doglioso e mesto
Potè bear del grand’Eroe Sabaudo
Al vivo lume, e videsi in suo scampo
L’invincibil di lui temuta spada
A fianco balenar; allor fu, allora
Che i suoi feroci assalitor costretti
Di sì gran Prence, e valoroso Duce
I cenni a rispettar, quasi percossi
Da inaspettato fulmine, fur visti
Ammutolir confusi, e l’arme a terra
Unanimi depor, e in un con essi
L’idra fatal de’ non mai spenti in pria
Odj cittadineschi allor mirossi
Esanime cader. Ma indarno io tento
Tutto adombrar il lungo filo immenso
Nè interrotto giammai di tue venture
Chieri, dal dì, che ad incurvar la fronte
De’ semidei Sabaudi appiè del Trono