Vai al contenuto

Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/65

Da Wikisource.

53


     36Quanto più segue invan la vana effigie,
Tanto più di seguirla invan s’accende;
Tuttavia preme sue stanche vestigie,
Sempre la giunge, e pur mai non la prende.
Qual fino al labbro sta nelle onde Stigie
Tantalo, e ’l bel giardin vicin gli pende,
Ma qualor l’acqua e ’l pomo vuol gustare,
Subito l’acqua e ’l pomo via dispare.

     37Era già drieto alla sua disianza
Gran tratto da’ compagni allontanato:
Nè pur d’un passo ancor la preda avanza,
E già tutto el destrier sente affannato;
Ma pur seguendo sua vana speranza,
Pervenne in un fiorito e verde prato:
Ivi sotto un vel candido li apparve
Lieta una Ninfa, e via la fiera sparve.

     38La fiera sparse via dalle sue ciglia,
Ma il giovan della fiera omai non cura,
Anzi ristringe al corridor la briglia,
E lo raffrena sovra alla verdura:
Ivi tutto ripien di maraviglia
Pur della Ninfa mira la figura:
Pargli che dal bel viso e da begli occhi
Una nuova dolcezza al cor gli fiocchi.