Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/84

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     93Muove dal colle, mansueta e dolce,
La schiena del bel monte, e sovra i crini
D’oro e di gemme un gran palazo folce,
Sudato già nei cicilian camini.
Le tre Ore, che ’n cima son bobolce,
Pascon d’ambrosia i fior sacri e divini:
Né prima dal suo gambo un se ne coglie,
Ch’un altro al ciel più lieto apre le foglie.

     94Raggia davanti all’uscio una gran pianta,
Che fronde ha di smeraldo e pomi d’oro:
E pomi ch’arrestar fenno Atalanta,
Ch’ad Ippomene dienno il verde alloro.
Sempre sovresso Filomela canta,
Sempre sottesso è delle Ninfe un coro;
Spesso Imeneo col suon di sua zampogna
Tempra lor danze, e pur le noze agogna.

     95La regia casa il sereno aier fende,
Fiammeggiante di gemme e di fino oro,
Che chiaro giorno a meza notte accende;
Ma vinta è la materia dal lavoro.
Sovra a colonne adamantine pende
Un palco di smeraldo, in cui già fuoro
Aneli e stanchi, drento a Mongibello,
Sterope e Bronte et ogni lor martello.