Pagina:Poemetti italiani, vol. IV.djvu/168

Da Wikisource.

A lui rotando intorno. Alfin la pigra
Del gelato Saturno oscura mole
Vien con cinque seguaci al largo anello,
Che la circonda, alteramente in mezzo.
Qui d’un tenace meditar mi lascio
In preda tutto, e, dell’aperta palma
Letto facendo alla pensosa fronte,
L’ellittico girar de’ sette globi
Ammirando contemplo. A tutti in mezzo,
D’un maestoso riposar contento
Il sol risiede qual monarca, e spande
Con potente vibrar di sue minute
Parti agitate da gagliardo moto,
Onde immobile altrui volge se stesso,
Su’ vassalli pianeti a’ rivi, a’ fiumi
La rosea luce ed il calor. Ma quale
Di non sognate qualità tesoro
Schiudemi il padre di color che sanno?
Io certo, io vidi balenar di rai
Questa al dotto silenzio amica valle,
E scender d’alto maestosamente
Lungo la riga d’or l’alma britanna.
Mille sovra l’occhiute ali d’intorno
Erravano al gran padre aerei silfi,
Di trattar vaghi la volubil sesta
E l’angoloso prisma e, de’ segreti
Spiatrice del ciel, l’ottica canna.