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     Se incorruttibil v’ha sostanza alcuna
Certo sia questa, che nel fuoco dura
Ei tutto strugge, e al Vetro sol da cuna.
     Il fuoco volle un dì colla natura
Generar degna prole d’ambidue,
Di salda inalterabile struttura.
     Nel cupo sen delle caverne sue
Ove abita, coll’onde ognor lottando,
Alfin compiuta la grand’opra sue.
     Ragunò le sue forze, e contrastando
Ogni strada, ogni passo all’oceano
Che della terra in sen scende filtrando
     Fe’ tutto traballar il suol sicano
Con alto mugghio, e si diffuse intorno
Immenso tenebror nell’aer vano.
     Cangiossi in buja notte il chiaro giorno
E la gran notte, in cui l’eterno Giove
Generò Alcide, sembrò far ritorno:
     Ma sola è Alcide, e qui del ver le prove
Etna darà, che il portentoso figlio
A eruttar si squarciò per ogni dove,
     Corse di fuoco al mar fiume vermiglio,
E il mondo già temea l’estremo fato
Quando cessò la tema, ed il periglio.
     Della madre natura il sen sgravato
Dissipossi la densa tenebria
E comparve alla luce il neonato.