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     Di quei perfidi cuori ancor più nera
Sorge, gli urta, sbaraglia, incalza, e affonda
Per l’ampie vie del mar vernal buffera.
     Là un sdrucito naviglio ingoja l’onda
Quà un nemico crudel gli assalta, e caccia,
Frangonsi là sovra straniera sponda
     Altri del patrio suol perde la traccia,
E dopo lungo errar sempre si vede
La fame allato, e la tempesta in faccia.
     Pochi riveggon la natia lor sede
E chi salvo pur giunge in cuore ha fitto
Rimorso eterno che spietato il siede.
     Ecco i tremendi frutti del delitto,
Che d’uno in altro, precipizio e scorta
Ah, non sia mai tal biasmo al Vetro ascritto,
     Che solo util verace all’uomo apporta!