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     Oh quanti abbiam fin da’ remoti tempi
Del falso zel, che verità detesta,
E la insegue, e l’opprime acerbi esempi!
     Ei di Religion prende la vesta
E di Giove usurpando il sacro telo
lo sua carriera la scienza arresta.
     Quanto meglio sarian le vie del cielo
Degli astri il giro, e della luna il regno
Chiari e disgombri d’ogni oscuro velo.
     Se d’un Cleanto vil l’invido sdegno
D’Aristarco immortal non s’opponea
All’animoso indagator ingegno.
     ” Un nuovo Briarco questi è, dicea:
” Che dal centro ove sta del firmamento
” Sbalza la terra e nuovi mondi crea.
     ” Dunque Pluto e Nettun staran là drento
” Agli abissi del mare, e dell’inferno
” In circolar perpetuo movimento?
     ” Iniqua idea, per cui rolare io scerno
” Qual I’infame Ission gli Iddii celesti
” Cui sol beati fa riposo eterno. ”
     Così l’Ipocrisia disse, e con questi
Artifici appannava i rai del vero
All’empie trame sue troppo moleste;
     Così per lunga etade al mondo intero
Fole insensate di bugiardi Dei
Chiuser della scienza il bel sentiero.