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     Chi d’intrepido cuor sarà mai quello
Che non si turbi allor ch’in alto mugge
Il trisulco di Dio igneo flagello?
     Quel flagel che in un punto abbatte e strugge
Al cui rimbombo il peccator smarrito
Come Orso dentro al suo covil rifugge!
     E cosa è mai codesto brando ignito?
Quel tuon? quei lampi orribili e fugaci?
”Ferma:” alcun grida: ”o indagatore ardito!
     ”Lo vibra il giusto Dio contro gli audaci,
”Di Dio quel tuon quel lampo è la minaccia
”Qual’altra causa indaghi? adora e taci!”
     Che? Fia delitto andar del vero in traccia?
Iddio, lo so, del nulla onde lo ha tolto
Può il tutto ritornar, quando a lui piaccia,
     Ma, allor che l’ocean muggire ascolto
E navi squarcia affonda, è colpa forse
Dir, che da venti opposti ei fu sconvolto?
     Se nell’Egizia terra il gran non sorse
È colpa, al Nilo attribuirne il danno,
Perchè quei campi ad inondar non corse?
     Ligie al cenno di Dio così se stanno
Le folgori nel ciel, qualche cagione
Pur di natura infra le leggi avranno.
     Ma dell’uom sbigottita la ragione
S’ode il fulmin scoppiar rifugge addietro.
Nè origin naturale in lui suppone.