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     Or poichè ha visto un confricato Vetro
Spontaneo tramandar scoppi, e scintille
Tosto cambio de’ suoi pensieri il metro.
     Già della fama empir le cento squille
Tai meraviglie, e lungo tempo il mondo
Tra dubbio e speme raccontare udille.
     Fu pria materia di piacer giocondo
L’importante scoverta e non subbietto
A profittevol meditar profondo.
     Sol si tento per lei destare in petto
Ad uomo infermo la salute prima,
Nè fu sempre il desto vuoto d’effetto.
     Ma ormai l’ingegno umano in sulla cima
Delle nubi s’innalza ed in sua cuna
A rintracciare il fulmin si sublima.
     Già il mondo sa che in quella nube bruna
La folgore nascosta è quell’istesso
Fuoco che il chiaro Vetro in se raduna.
     E come questi ne versò l’eccesso
Ne’ vicin corpi, anche la nube densa
Lo scaglia nella nube a lei d’appresso;
     E dilatando allor con forza immensa
L’aere d’intorno il cupo tuon succede
Al scintillar di quella fiamma accensa.
     Somiglianza cotal poichè si vede
Tra la scintilla che dal Vetro elice
Ed il fulmin che l’aria introna e siede.