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     E avvolta tutta dalla fronte al piede
Entro un oscuro vel, colà s’invia,
Ove sul tetro altar languide tede
Posa e il tiepido sasso abbraccia pria,
Quindi animosa ancor quanto concede
L’atto tremendo che animosa fia,
Con divelto d’allor grave cipresso
L’ara circonda e dice in tuon sommesso.

     Severo Nume che al torbo Cocito
Dai con il ferreo scettro aspro governo,
Salvami i giorni del fedel marito
E invece io scenderò nel bujo inferno.
Qui tacque e si smarrì, Lungo muggito
Diede il bosco al suo dir dal sen più interno
Crollò d’intorno il fuol: di nebbie dense
Fu il sol contaminato e il dì si spense.

     Ebbe le ardite voci appena espresse,
Ch’io mi sentii qual pria libero e sano.
Ma passò sulla sposa e sì l’oppresse
Il funèbre vapor del morbo insano,
Nè regger potè sì che non cadesse
Languidamente abbandonata al piano.
Ben ciò previdi e fiero oltre il costume
Mi spinsi fuor delle odiose piume.