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LA VILLA VALENTI

POEMETTO

DEL PADRE

SAVERIO BETTINELLI


Alfin pur ti trovai, o meco nata
Musa sempre a me cara, o troppo a lungo
Da me lontana omai; poichè dal giorno
Ch’io Taro e Parma abbandonai, non ebbi
De l’estro usato, e de l’amica voce
Mai più senso, e favor. Certo io temea
Che il cammin aspro e lungo, i soli ardenti
E le noiose magistrali cure
Del mio destin compagne, e a te nodrita
Ne la quiete e libertà di Pindo
Troppo nimiche, il natio suol Lombardo
T’avesser fatto preferir a Roma.
Invan però tra tanti novi obbietti
Di canto e d’onor degni io ti chiamai,
Invan di Flacco, invan l’ombre di Maro,
E le ceneri sacre, e i sacri alberghi
Di Tullio mio, di Mecenate, e Augusto,
Reliquie del Romano antico onore,