Pagina:Poemetti italiani, vol. XI.djvu/172

Da Wikisource.

168

LO SPECCHIO

POEMETTO

di

JACOPO VITTORELLI


    Io su l’altar de la volubil moda
Sparsi devotamente e carmi e fiori,
Nè scortese privò d’ingenua loda
Le quadrilustri rime Egeria o Clori.
5E, se l’affabil Dea volgasi e m’oda,
Or de lo specchio canterò gli onori,
Col suo favor narrando a parte a parte
Le cure di Madama in queste carte.

     Grazie a gli Dei. Già per l’aerea mole
10Gli scintillanti alipedi sospinge
Il cocchio rapidissimo del sole,
Che la metà di sua carriera attinge.
E già la vaga innamorata Jole
A sorger da le coltri omai si accinge;
15Mentre ne l’anticamere Brunetta
De l’argenteo metallo il segno aspetta.