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     Atride no, morrò sol io, profondo
Oblìo cuopra, ei rispose, il nostro ardore....
La donna allor, che val che taccia il mondo
Quando è viva la colpa, e parla al core?
O tu, tu sempre a’ voti miei secondo
„ Che debbo far che mi consigli Amore?
E qui tacque gran pezza, e combattuta
Stette, e poi gridò torva e risoluta.

     Paghi or sarete, inferni Dei, lo veggo,
Necessario è il delitto. Amor lo vuole;
A te mio ben sol d’aspettare io chieggio
In Argo sol, fin che rinasca il Sole;
L’ira d’Atride, il suo furor preveggo,
Tu morrai, se diverso esser non suole,
Uccise ancor la figlia mia, più spene
Non v’è... ma tu tu resterai mio bene?

     Il vuoi? si resti Egisto disse, addio....
Ma un ferro?.... il ferro io tel darò, con questo
Versar tu dei d’Atride il sangue, o il mio,
Pensaci io vado. Amor ti spiri il resto.
Indi surse la notte, e ricuoprìo
Il ciel di tenebroso orror funesto,
Tacque la reggia, Amor lungi si volse,
E inaugurato talamo li accolse.