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PREFAZIONE xiii

genere e la poesia in ispecie come un oggetto di lusso. Ai tempi d’Esiodo, come a quelli d’Omero, la scrittura certo esisteva; ma era conosciuta solo da pochi iniziati, i poeti, i sacerdoti. E a soddisfare il bisogno ideale, eppure assai profondo, nel cuore umano, di conoscere il passato, e l’altro, pratico, di avere sempre vivo e presente il tesoro di cognizioni e di precetti tecnici od etici accumulato nell’esperienza dei secoli, serviva la parola, e la parola congegnata in versi, perché meglio s’imprimesse nella memoria. Le distinzioni che verranno in seguito, fra poesia e prosa, con tutte le sottospecie, ancora non esistono; e il poema epico è anche storia, e il poema didascalico è trattato scientifico, e il poema teogonico è insieme fisica e metafisica, e l’ammonimento in esametri o in distici è trattato di filosofia morale.

E allora s’intende bene che il corpus che va sotto il nome di Esiodo, non va considerato come una raccolta di poemetti nel senso moderno: essa è una vera e propria enciclopedia. Un riflesso, dunque, che nella sua integrità dové essere completo della vita materiale e intellettuale della Beozia, sette secoli prima di Cristo.

Procediamo ora allo studio dei singoli poemetti.