Pagina:Poemi conviviali (1905).djvu/214

Da Wikisource.
194 gog e magog

Un balenìo di cuspidi d’acciaio,
un’eco d’inni che tremola ed erra
qua e là... Tacque infine irto il ghiacciaio.



XV



Tre anni attese il Tartaro, tre anni
spiò l’arrivo degli stessi draghi
dagli occhi d’oro sopra la montagna


tacita e sola. Il Tartaro guardava,
né già temeva, e più sentìa la fame
e l’ira, e con man d’orso per la valle


svellea betulle, sradicava ontani.
Ma vide gli occhi degli stessi draghi
la terza volta, e venne alla montagna.



XVI



A piè delle Mammelle d’Aquilone
giunsero cauti. E il vecchio nano astuto
con mani e piedi rampicò sui tufi.


E vide in cima un grande padiglione
come di tromba, e vi scivolò muto:
v’udì soffi, vi scorse occhi di gufi.