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Pagina:Poesie (Carducci).djvu/1068

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1042 canzone di legnano



VI.


“Milanesi, fratelli popol mio!
Vi sovvien„ dice Alberto di Giussano
"Calen di marzo? I consoli sparuti
Cavalcarono a Lodi, e con le spade
55Nude in man gli giurar l’obedïenza.
Cavalcammo trecento al quarto giorno.
Ed a i piedi, baciando, gli ponemmo
I nostri belli trentasei stendardi.
Mastro Guitelmo gli offerì le chiavi
60Di Milano affamata. E non fu nulla.„


VII.


“Vi sovvien„ dice Alberto di Giussano
“Il dí sesto di marzo? A i piedi ei volle
Tutti i fanti ed il popolo e le insegne.
Gli abitanti venian de le tre porte,
65Il carroccio venía parato a guerra;
Gran tratta poi di popolo, e le croci
Teneano in mano. Innanzi a lui le trombe
Del carroccio mandar gli ultimi squilli,
Innanzi a lui l’antenna del carroccio
70Inchinò il gonfalone. Ei toccò i lembi.„