Pagina:Poesie (Carducci).djvu/31

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juvenilia 7

Oggi rosseggiano come aliguste;
105E l’eucaristico ìnno a Pio nono
Con lezion varia lusinga il trono
Di re Vittorio, da poi che aprile
A qualche anonimo spirto civile
Squagliò la gelida crosta, e, spavento!,
110Il prete attonito, nel sacramento
Lavando al pargolo le nuove chiome,
Sentiva d’Italo bociarsi il nome.
O infelicissimo libro, o sfatato,
O in man purissime mal capitato!
115Crollando il rigido frigio berretto
Fatto su ’l modulo che diè il prefetto,
Ei con iscandalo ti buttan là,
Come retrograda suipsità.
Rizzati e vàttene, ché il galateo
120Non è neofito. Ma, se ad un reo
Fucci filologo fia che t’abbatta
Rimpiallacciatosi da Guccio Imbratta,
Che vomitarono le sagrestie
De’ galantuomini su per le vie,
125Che ne le tuniche di pergamena
Tra la medicea ferrea catena
Tremano i codici quand’ei li guata
E dal liburnio remo invocata
La man lor applica, se a te vicino
130Ei sbiechi il livido occhio porcino,
— Deh, Fucci, — gridagli — mercede imploro;
Non vesto, vedimi, d’argento e d’oro,