Pagina:Poesie (Carducci).djvu/352

Da Wikisource.
326 levia gravia


Te non furor di brando
Non di coperte industrie avvolgimento
Serena rilevò ne l’alto stato;
60Ma fede che inneggiando
Sorvola a i roghi, ma sperne che al lento
Ceppo s’invola co ’l pensiero alato,
Ma carità che di piú forte stampa
64Segna l’ordin civile e al bene avvampa.

Da lacrimosa etade
Non chiede il regno tuo titol bugiardo
Che bestemmiando Dio da Dio si dice,
68Quando le poche spade
Mieteano i molti, ed il terror codardo,
Partite anime e terre, ebbe tutrice
Del delitto la forza: un fiero o stolto
72Su gli scudi barbarici suffolto.

Tu de l’eterno dritto
Vendicatrice e de le nove genti
Araldo, Italia, il Campidoglio ascendi.
76Tuoni il romano editto
Con altra voce, e a’ popoli gementi
Ne l’ombra de la morte, Italia, splendi.
Accorran teco a la suprema guerra
80Gli schiavi sparsi su l’oppressa terra.