Dorme anzi sera, e dorme a lungo e solo:
Aulisce il biancospino
Intorno al cimitero, e ferma il volo
104Cantando un cardellino.
Ma poi svegliati, o confidente cuore,
Lavoravam di buono,
Ed al cucú pe ’l fluttuar de l’ore
108Rassettavamo il suono.
Questa è, vecchio mio cuor, la vecchia storia,
Far, disfare, rifare:
Per l’ozio, per la fame o per la gloria,
112È tutto un lavorare.
È un lavorare faticoso e pazzo
Da pentirsene un giorno.
Ecco, a metterti in versi io mi strapazzo,
116E non m’importa un corno
De le tue smorfie, o a la grand’arte pura
Vil muscolo nocivo;
Ma non so a quanti versi do la stura,
120E vedrò dove arrivo.