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XV.

SANTA MARIA DEGLI ANGELI


Frate Francesco, quanto d’aere abbraccia
Questa cupola bella del Vignola
Dove incrociando a l’agonia le braccia
4Nudo giacesti su la terra sola!

E luglio ferve e il canto d’amor vola
Nel pian laborïoso. Oh che una traccia
Diami il canto umbro de la tua parola,
8L’umbro cielo mi dia de la tua faccia!

Su l’orizzonte del montan paese,
Nel mite solitario alto splendore,
11Qual del tuo paradiso in su le porte,

Ti vegga io dritto con le braccia tese
Cantando a Dio — Laudato sia, signore,
14Per nostra corporal sorella morte!