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682 | rime nuove |
LXXIII.
NOTTE DI MAGGIO
Non mai seren di piú tranquilla notte
Fu salutato da le vaghe stelle
In riva di correnti e lucid’ onde;
E tremolava rorida su ’l verde,
Rompendo l’ombre che scendean da’ colli,
6L’antica, errante, solitaria luna.
Candida, vereconda, austera luna:
Che vapori e tepor per l’alta notte
Salíano a te da gli arborati colli!
Parea che in gara a le virginee stelle
Si svegliasser le ninfe in mezzo il verde,
12E un soave susurro era ne l’onde.