Pagina:Poesie (Carducci).djvu/839

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odi barbare 813


sciolse, e gittolla splendida nel piano:
“Come la mia macedone corazza
stia nel deserto e a’ barbari ed a gli anni
regga Alessandria„.64

Disse; ed i solchi a le nascenti mura
ei disegnava per ottanta stadi,
bianco spargendo su le flave arene
fior di farina.68

Tale il nipote del Pelíde estrusse
la sua cittade; e Faro, inclito nome
di luce al mondo, illuminò le vie
d’Africa e d’Asia.72

E non il flutto del deserto urtante
e non la fuga de i barbarici anni
valse a domare quella balda figlia
del greco eroe.76

Alacre, industre, a la sua terza vita
ella sorgea, sollecitando i fati,
qual la vedesti, o pellegrin poeta,
ammiratore,80

quando fuggendo la incombente notte
di tirannia, pien d’inni il caldo ingegno,
ivi chiedendo libertade e luce
a l’orïente,84