Pagina:Poesie (Monti).djvu/193

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CANTO QUINTO 177

Con la sventura al fianco su la terra1
     Dio ti mandò, ma inerme ed impotente
     195De’ tuoi nemici a sostener la guerra;
E il reo felice e il misero innocente
     Fan sull’eterno provveder pur anco
     Del saggio vacillar dubbia la mente2.
Come che intorno il guardo io mova e ’l fianco3,
     200Strazio tanto vedea, tante ruine,
     Che la memoria fugge e il dir vien manco4.
Langue cara a Minerva e alle divine
     Muse la donna del Panár5, né quella
     Piú sembra che fu invidia alle vicine:
205Ma sul Crostolo6 assisa la sorella
     Freme, e l’ira premendo in suo segreto
     Le sue piaghe contempla e non favella.
Freme Emilia; e col fianco irrequïeto
     Stanca del rubro fiumicel7 la riva
     210Che Cesare saltò, rotto il decreto.
E de’ gemiti al suon che il ciel feriva,
     D’ogni parte iracondo e senza posa
     L’adriaco flutto ed il tirren muggiva.
Ripetea quel muggir l’Alpe pietosa,
     215E alla Senna il mandava, che pentita
     Dell’indugio pareva e vergognosa.
E spero io ben che la promessa aita
     Piena e presta sarà, ché la parola
     Di lui8 che diella non fu mai tradita:
220Spero io ben che il mio Melzi9, a cui rivola
     Della patria il sospiro... E piú bramava


199. e il fianco (O.).
202. Piange cara a Minerva (O.).
217. Spero ben che (O.).
221. il sospir ... (O.).

    di Bruto?: Bruto, presso ad uccidersi, dopo la disfatta di Filippi, avrebbe, secondo Cassio Dione (cit. dal Leopardi in principio della Comparazione delle sentenze di Bruto Minore e di Teofrasto, vicini a morte), dette queste parole: «O virtú miserabile, eri una parola nuda e io ti seguiva come tu fossi una cosa: ma tu sottostavi alla fortuna».

  1. 193. Con la sventura ecc.: È la sentenza di Socrate, che il Monti reca anche nella Lett. al Bett. (Card. p. 525): «Gli dei hanno mandata la virtú sulla terra accompagnata dalla sventura».
  2. 197. Fan ecc.: fanno dubitare anche al sapiente che esista o no la provvidenza divina.
  3. 199. Come che ecc.: Dante Inf. vi, 5: «come ch’io mi mova, E come ch’io mi volga, o ch’io mi guati».
  4. 201. e il dir ecc.: Dante Inf. iv, 147: «Che molte volte al fatto il dir vien meno».
  5. 203. la donna del Panár: Modena.
  6. 205. Crostolo: fiume, che scorro vicino a Reggio d’Emilia (la sorella).
  7. 209. Stanca: continuamente percuote tanto da stancarla. — del rubro fiumicel: del Rubicone, posto tra Ravenna e Rimini, confine del governo delle Gallie, affidato dal senato a Cesare, ma ch’egli varcò e fu come il primo segno della imminente caduta della repubblica.
  8. 219. Di lui: di Napoleone.
  9. 220. il mio Melzi: «Fran-