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50 IN MORTE DI UGO BASSVILLE

Colson, il segretario Amaury Duval e due cocchieri, portando ciascuno un nastro tricolore al cappello. Ma furono inseguiti dalla folla arrabbiata. Il La Flotte e gli altri riuscirono a fuggire; il Bassville riparò nella casa del banchiere Stefano Moutte, in via Frattina: ma nulla gli valse. La casa fu presa d’assedio, e nel trambusto egli s’ebbe un colpo di pugnale al basso ventre, che lo condusse a morte (Cfr. la nota al v. 66 del c. III). D’ordine di Pio VI fu provvisto alla salvezza della moglie e del figlio (furono inviati a Napoli con iscorta armata e settanta scudi); e il Bassville, fatto testamento, nel quale manifestò sentimenti cristiani, e chiesti e ricevuti i sacramenti dal curato Carlo Fischer, cessò di vivere a due ore di notte del 14, dicendo ch’egli moriva vittima di un pazzo (o il Mackau o il La Flotte). Fu sepolto nella chiesa di S. Lorenzo in Lucina, ove s’ebbe, a spese del papa, esequie solenni. Cfr. Vicchi VII, p. 63 e segg.; Masson, p. 5-10, 15-145 e 251-282, e Sforza, p. 260 e segg. In quest’ultimo scritto è pubblicata una lettera molto importante del padre Vincenzo Fortini da Serravezza (cfr. la nota al v. 62 del canto III) sulla morte dell’Hugou, e data notizia di tutti i lavori italiani e francesi intorno al nostro personaggio, che furono riassunti nell’articolo di Giovanni Boglietti: Ugo Bassville In Roma: Nuova Antologia fasc. 1 luglio 1883, p. 35 e segg. — Tali i fatti presi dal M. a soggetto della sua cantica, che compose subito e pubblicò con questo titolo: «In morte di Ugo Bassv. seguita in Roma il dí xiv Gennaro mdccxciii - Cantica -» (Roma, Salvioni). I primi due canti furono editi nel maggio; il terzo, nel giugno; il quarto, nell’agosto. Sempre nel ’93 fu dal Salvioni pubblicata la prima ediz. intera, con note ammesse dall’autore. Per altre ediz. contemporanee e posteriori e per traduzioni in distici e in esametri latini fatte in diversi tempi e da diversi autori, cfr. Vicchi VII, p. 127 e segg., in nota. — «Tutti i piú grandi avvenimenti della rivol. franc., scrive lo Zumb. (p. 21), sono la sostanza originale del poema. E qui si pare la nobiltà e l’alto valore del M., disposto da natura a ritrarre le forti impressioni che gli venivano dal presente.... Dotato di un’immaginazione vivacissima e mobilissima ad ogni impulso che le venisse dal mondo esterno, nulla doveva poter tanto su lui, quanto il presente e un presente come quello, ch’era per sé medesimo una maravigliosa epopea. E veramente egli n’ebbe tanti impulsi e ne trasse tanta materia, che tutte le sue cose di argomento storico (e sono la massima parte delle sue produzioni poetiche) fanno la piú ricca, la piú varia, la piú lunga descrizione, che della storia contemporanea abbia forse fatto alcun altro poeta moderno. Prima e piú bella parte di quella descrizione è la Bassvilliana». Cfr. anche le note a’ vv. 22 del c. I e 208 del c. II. — Al cittadino Francesco Salfi, cosentino (1759-1832), ardente d’amor di patria e d’ira contro la Chiesa, direttore in Milano del giornale Il termometro politico, che compianse il Bass. «in versi di idee diametralmente opposte a quelle del M.», descrivendo «quell’eccidio non come un risentimento popolare, ma come un’orditura dei cardinali Zelada e Albani, del procuratore fiscale Barbèri e simili; accompagnata da brutali insulti alla moglie, al figlio, al cittadino La Flotte, all’ospite Moutte, al moribondo; il quale esclama di cader vittima d’un’infame cabala pretina» (Cantù, p. 18); al cittadino Salfi, dico, il cittadino Monti, per ingraziarselo, scrisse da Bologna nel 18 giugno, anno I repubblicano (1797), la famosa lettera d’abiura dei sentimenti esposti nella Bassvilliana (vedila in Vicchi VIII, p. 327), che lo stesso Cantú giudica, e molto bene, «d’inescu-