Pagina:Poesie della contessa Paolina Secco-Suardo Grismondi tra le pastorelle arcadi Lesbia Cidonia, 1820.djvu/137

Da Wikisource.

125

     Il dorso preme, e che dal volto spira
     E prudenza e valor; di mano industre
     Raro portento, su cui tien Natura
     20Attonito lo sguardo, e fremer sembra
     Che l’arte emula sua tant’alto arrivi.
     È questi, io grido allora, è questi il grande
     Già sì caro agli Dei Monarca invitto
     Maggior di quanti mai del Russo Impero
     25lmpugnaron lo scettro, e vinto solo
     Dalla Donna immortal, che saggia e forte
     I suoi popoli or bea, nuovi accrescendo
     Luminosi trïonfi al Solio avìto.
     Sì, eccelsa Donna, mentre in mille guise
     30Ad eternarne il nome i miglior desti
     Fecondi ingegni, Tu co’ pregi tuoi
     De la sua gloria ogni con fin trasvoli.
     Ma deh! perdona se da lungi anch’io
     Co’ fervidi miei voti a Te rivolta
     35L’alte tue imprese a contemplar ne vegno,
     Ed il tuo nome in troppo umili accenti
     Fo risonar per l’Itale foreste.
     Come potrei tacer, se tutto è pieno
     Già l’Universo de’ fulgenti rai
     40Di tue virtudi, e Te devoto ammira?
     Sparge così dal Cielo immensa luce
     Per ogni parte il Sole, e dalle estreme