Pagina:Poesie della contessa Paolina Secco-Suardo Grismondi tra le pastorelle arcadi Lesbia Cidonia, 1820.djvu/28

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effusione d’un cuor dilicato e sensibile, d’una dolce indole spirante virtù, d’una modestia e deferenza docile a miei consigli, d’un candor sopra tutto in ogni tratto diffuso per cui tutta l’anima trasparendo non l’immagine sola di Lei, ma Lei stessa pareami ravvisar quasi presente. Quai colori poi avvivavano questa presenza nelle varie composizioni, che colle lettere confidavami, que’ color sì soavi d’una ridente, e vaghissima fantasìa nei teneri ovver patetici argomenti, o d’una nobile e forte immaginazione ne’ più elevati, e splendidi. In questi parea un’altra, non già quella sì dolce, e leggiadra, qual era naturalmente, ma franca ed ardita sino ad affrontar il trono formidabile d’una Caterina II. maggiore di tanti Re per imperio, e più ancor per gran mente, nè il suo canto fu men magnifico, e meno applaudito delle celesti imprese di quella Semiramide conquistatrice di nuovi regni, e nazioni. Nè quell’altro famoso conquistatore più che difensore di Gibilterra, che rendette Europa attonita, e Spagna atterrita con Francia, non si credette egli onorato dai versi di Lei,