Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
46 |
IN VERONA
DA CUI PRESTO DOVEA LESBIA PARTIRE
SONETTO
Ombre di Cotta, e Fracastor che spesso
Feste di note armoniose e grate
Sonar quest’aere, e questo fiume istesso
Cui forse intorno ancora or v’aggirate,
Se troppo ardita a queste rive appresso,
Che furo i vostri carmi a udir già usate,
Metter querele e lagrimar non cesso,
Deh noi prendete a sdegno ombre onorate.
Ma solo a un tanto lamentar mi sforza
Lassa, il pensar che questo almo terrena
A voi sì caro abbandonar mi è forza.
Suolo felice! se non può il mio canto
A te dar laude, quant’io t’ami almeno
Dicanlo i sospir miei, lo dica il pianto.