Pagina:Poesie di Giovanni Berchet.djvu/134

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Ma tu un vascel, mia gondola, non sei,
E non ha che il suo remo il gondoliero:
25Par di menarti in Francia il core avrei,
Ma è sempre su Venezia il giallo e il nero;
E fin che il giallo e il nero è sopra lei,
Non vengono i tre morti al cimitero;
Quando i tre morti là ne andremo a porre,
30Verranno i tre colori in sulla torre.

Han sepolto Manin lontano tanto,
E abbiamo a San Michele il campo santo!

Ecco la scala ed ecco il campo santo;
Aspettami ch’io torno, o mia barchetta:
35Un requie eterna a dir me ne vo intanto
Sull’ossa di mia madre poveretta;
Quando per essa avrò pregato e pianto,
Ricorderò ogni altr’anima diletta:
Ma avrò di nuovo il pianto in su la guancia
40Per quelli tre che son sepolti in Francia.

Han sepolto Manin lontano tanto,
E abbiamo a San Michele il campo santo!

O gente di Venezia, che pregate
Per loro che con voi più non avete,
45Io chiedo a tutti quanti che veniate
Qui dove inginocchiato mi vedete:
L’ossa dei nostri qui fûr sotterrate
Che moriron nel tempo che sapete:
Di ferro e morbo moriron da forti!
50Deh! venite a pregar per questi morti.

Han sepolto Manin lontano tanto,
E abbiamo a San Michele il campo santo!

Vedete là quel fiore di viola?
Là sotto è seppellita una donzella:
55Un giorno entrava in chiesa tutta sola
A pregar per la sua Venezia bella: