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Or caduta all’estremo de’ guai,
Mi conforta che almen su me torna
6Quella piéta che agli altri donai.
Oh! se un dì per me lieto raggiorna;
Se un dì mai rivedrò quelle mura
9Da cui l’odio di Alì ci distorna;
Se mai vien ch’io risalga secura
A posar sotto il tiglio romito
12Che di Parga incorona l’altura;
Fra i terrori del turbo sparito,
Un rifugio fia dolce al cor mio
15Rammentar chi m’ha salvo il marito.
Ahi! percossa dall’ira di Dio
A che parlo speranze di pace,
18Se di morte il feroce desio
Forse ancor nel mio sposo non tace?
Ma i sonni son placidi;
Svanito è l’algor,
La calma del ciglio
23Trasfusa è nel cor.
Oh Dio! nol funestino
Vaganti pensier
Di patria, d’esiglio,
27D’oltraggio stranier.
II
Dalle vette di Suli domata
L’infedele esecrò le mie genti
30Che una sede ai fuggiaschi avean data.
Là, su i templi del Dio de’ redenti
Ecco il rosso stendardo dell’empio
33Elevar le sue corna lucenti.