Quei che indisse a Gardichi lo scempio,
Quei che rise in vederlo, ha giurato
36Rinnovarne su Parga l’esempio.
La sua tromba suonò lo spietato;
Noi la nostra; e scendemmo nell’ira
39Sul terreno d’Aghià desolato;
Sul terren che le caste rimira
Sue donzelle vendute al servaggio,
42E scannati i suoi prodi sospira.
Gl’infelici eran nostro lignaggio,
Nostri i campi; e a punir noi scendemmo
45Chi insultava al comune retaggio.
E noi donne, noi pur combattemmo;
O accorrendo al tuonar de’ moschetti,
48Carche l’armi al valor provvedemmo.
La vittoria allegrò i nostri petti;
E il guerriero asciugando la fronte
51Già cantava i salvati suoi tetti.
Già le spose recavan dal fonte
Un ristoro ai lor cari, e frattanto
54La vendetta cantavan dell’onte.
«Ahi cessate la gioia del canto:
Due fratelli il crudel m’ha trafitto;
57L’un sull’altro perironmi accanto.»
Così in Parga una voce d’afflitto
Rompe i gridi del popol festoso
60Che ritorna dal vinto conflitto.
Ahi! chi piange i fratelli è il mio sposo.
Fur l’ultime lagrime
Che il miser versò:
Poi cupo nell’anima
65Il duol rinserrò;