Pagina:Poesie greche.djvu/55

Da Wikisource.

― 47 ―
XXI.


Deh! se la testa e i belli
     Membri del caro estinto
     In pure vesti cinto
     Avesse mai Vulcan 1.



XXII.


Padre Licambe, che mai dicesti?
     Che cosa il capo sconvolto t’ha?
     Tu manchi a quello che promettesti,
     E tutta in riso è la città.



XXIII.


Infelice, ardo in brame; colpito
     M’hanno i Numi di grave dolor.
     Son senz’alma; per l’ossa colpito
     lo mi sento nel mezzo del cor.



XXIV.


Molte cose sa la volpe,
     Ma una sola e grande il riccio 2





――――

  1. Affettuoso frammento intorno al cognato perito con molti in un naufragio.
  2. Quella di raggomitolarsi nelle spine, rendendosi intangibile.