Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico I.djvu/156

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Vidi un’età delle sue forze altera,
     E diè prima in Sïonne il maggior raggio:
     Fu virtù combattuta
     Sotto Romani e Barbari, e s’estese,
     95Non per astuzia o gagliardìa guerriera,
     Ma per novo in patir, santo coraggio.
     Fra dileggi e patiboli cresciuta,
     Perdonando a’ carnefici, li prese:
     Scandalezzava in pria,
     100Poi volgari ed eccelse alme rapìa.

                             ................

Voce allor di Cristiani empì le terre:
     « Noi Dio sospinge a debellar gli errori!
     Finor saggezza umana
     Tentò regger le sorti, e fu delirio:
     105L’uom dalle colpe è dissennato, e scerre
     Non può di verità gli alti splendori,
     Se da superbia il cor non allontana,
     Se nol consacra ad umiltà e martirio.
     Or che la Croce splende,
     110A vera civiltà l’uomo trascende ».