T’inganni, o giovin! Nel Vangel lo sguardo
Figgo come ne’ cieli, ed in lui sento
75Tutto il poter di verità gagliardo.
Sento che negli umani un vïolento
S’oprò disordin per peccato antico,
78E che vizio e virtù son mio tormento.
Sento che il Crëator rimase amico
De’ puniti mortali; e, a noi disceso
81Per esserne modello, il benedico.
Sento che siccom’ Egli uomo s’è reso,
Divino debbo farmi, e tutto giorno
84Viver per lui d’amor sublime acceso.
Sento che puote ingegno essere adorno
Di ricco intendimento e di scïenza,
87Della Croce adorando il santo scorno;
E m’umilio con gioia e reverenza
Col cattolico volgo a questa Croce,
90E in lei sola di scampo ho confidenza ».
Eloquente dal cor rompea la voce
Del buon canuto, come a tal, cui forte
93Dell’error d’un amato angoscia cuoce.